Bastone Siciliano

L’ Associazione Nazionale Bastone Siciliano viene costituita il 24 Settembre 2013 su iniziativa del Maestro Benemerito Antonino Tomarchio, per promuovere e organizzare su tutto il territorio nazionale, internazionale e mondiale l’attività sportiva dilettantistica a carattere amatoriale, seppure con modalità competitive, dello Sport del Bastone Siciliano e la tradizione culturale siciliana legata all’uso del Bastone Siciliano, oggi una realtà alla luce del sole, grazie al Settore Nazionale costituito nel C.S.E.N. – Centro Sportivo Educativo Nazionale, Ente di Promozione Sportiva, riconosciuto dal C.O.N.I. e dal Ministero degli Interni.
Le origini del Bastone Siciliano risalgono alla notte dei tempi, alcune fonti citano che intorno all’anno 1200 d.c. in Sicilia l’utilizzo del bastone quale attrezzo da lavoro, da parte dei contadini e pecorai, veniva utilizzato anche come arma di difesa contro occasionali assalitori o attacchi da parte di animali selvaggi.
Inizialmente non esisteva una tecnica ben definita, che andò delineandosi nel 1600 e fu da subito utilizzata nei duelli d’onore tra pastori o contadini, ma spesso coinvolgeva anche ricchi proprietari terrieri, affascinati da questa nuova arte sia perché permetteva di difendersi da un coltello, sia per semplici scommesse: dove nel caso in cui perdevano, il duello, davano in concessione l’utilizzo delle terre ai contadini o pecorai.
L’arte del Bastone nasce come arma dei poveri ed era considerata, tra gli addetti, la forma di difesa più cavalleresca, coloro che praticavano il bastone venivano chiamati i “Tiraturi di Vastuni”.
Con l’avvento delle armi da fuoco, la funzione di difesa del bastone venne a mancare, ma restò il suo impiego nei duelli d’onore, e l’arte veniva tramandata, oralmente, da padre in figlio, da amico ad amico. Col passare del tempo l’uso del bastone andava affinandosi e nascevano le prime scuole clandestine ed i primi vari metodi con a capo un Maestro, molte di queste scuole prendevano il nome del Maestro.
Le maggiori scuole affermatesi, e giunte fino ai giorni nostri, furono la “Cavalleresca”, la “Fiorata”, la “Battuta”, la “Ruotata” molto diffusa nella Sicilia Orientale, la “Giocata” nel messinese, la quale utilizza il bastone con una sola mano, mentre per la maggior parte delle altre scuole il bastone viene utilizzato con tutte e due le mani.

I praticanti affinavano la propria scuola con la tipica “Tirata” (combattimento), dove si insegnava a spostarsi e camminare, assecondando la tipologia del terreno su cui ci si trovava (campagna, sabbia, selciato bagnato, pietrisco, ecc.,), a sembrare una danza e molte volte s’ispirava ai movimenti dei pupi siciliani. Un elemento importante nella “Tirata” era la “Pianta” (posizione o meglio figurismo), il figurismo era una sequenza obbligata di figure o posizioni che anticipavano il combattimento, rendendolo il più difensivo possibile ed al contempo ne caratterizzavano lo stile adottato.
Il Bastone usato originariamente nelle scuole tradizionali veniva ricavato da alcuni legni particolari, quali l’ulivastro “Agghiastru”, l’arancio selvatico “Aranciu amaru”, pero selvatico “Piru prainu”, rosella “Rusedda”, e la sua lunghezza era di circa 1,20 metri, la raccolta veniva fatta in precisi periodi dell’anno.
La lavorazione proseguiva trattando il bastone e passato al fuoco per essere pulito, raddrizzato e asciugato, successivamente per essere ultimato, era messo a stagionare per un certo periodo. Lo strumento finale, molto leggero ed al contempo resistentissimo ai colpi più duri, poteva avere dei noduli molto consistenti che lo rendevano ancora più forte e che servivano, nei duelli, per colpire in punti specifici la zona ossea dell’avversario.
Oggi molti cultori di quest’arte coltivano la passione di raccogliere durante l’anno dei legni, cercando di lasciare più nodi possibile al legno, per poi utilizzarli durante le manifestazioni sportive, dove viene rappresentata la tradizionale “Tirata”.
Negli anni settanta il Bastone Siciliano, grazie ad alcune persone, tra le quali il Maestro Benemerito Antonino Tomarchio, veniva portato alla luce del sole con dei regolamenti e diveniva sport.
Oggi viene praticato in tante società sportive, tra i nostri Tecnici abbiamo anche personale delle Forze dell’Ordine, nei combattimenti di Bastone Siciliano non esistono classe separate di maschi e femmine, essi combattono insieme, perché non deve risaltare la forza nel colpire l’avversario ma il gesto tecnico. Tale peculiarità rende questo sport unico, viene frequentato già dall’età di quattro anni, e può esser fatto anche da persone diversamente abili.
La formazione dei futuri Insegnanti Tecnici, avviene mediante dei corsi di formazione che ogni anno si svolgono presso il nostro Centro Tecnico Nazionale, con la possibilità di poter affiliare la propria associazione al C.S.E.N. – Settore Bastone Siciliano.